mercoledì 3 ottobre 2018

Benedetto lo sguardo che non mi aspettavo

Il giorno in cui ti ho conosciuto non ero lì per te.
Cambia tutto in un momento. In un secondo diamo inizio ad un processo che non riusciamo a fermare.
Quella sera ti ho trovato a fissarmi. Un brivido, un sorriso. Benedetto lo sguardo che non mi aspettavo.
Non ti pensavo nemmeno, nessuno si presenta ad una donna con un biglietto da visita dell'azienda per cui lavora. Un cartoncino minuscolo che quella sera non riuscivo a leggere: per il sonno non mi ricordavo che da vicino con gli occhiali non so leggere.

Poi ho iniziato a sognarti. Ho iniziato quando sapevo che ti avrei rivisto. Il subconscio sa cosa vuole, ma la coscienza nega.
Un sogno profondo. Un sogno per mano. Poi quello in cui venivi a prenderti il fieno del campo con tuo padre che nemmeno conosco. Infine un sogno dolce in cui mi baci in un ristorante, dopo messa davanti ai miei.
Non ho acora capito cosa ti leghi a me, alla parte che cerco di reprimere, ma spero di non smettere di tenerti legato.
Voglio ancora sognarti. Nei sogni con te sono sempre felice. Voglio ricordarli, vorrei ricordarli tutti. Non so se però voglio che diventino realtà.

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Guardare e non toccare

In tutto questo, in tutto ciò che senti e in tutto ciò che mi trasmetti vige una regola. Una sola. Quella che permette di continuare tutto. Quella che ci fa sentire dignitosi, intatti, graziosi. Quella che ci permette ancora di guardarci negli occhi profondamente, senza paura, senza giudizi, senza accuse.
Guardare e non toccare.
Non cadere in tentazione.
Fermarsi un attimo prima della fine.
Sentire il brivido del proibito ma non appagarlo.

Sei ciò che di bello c'era in mezzo all'inferno.
Sei l'unica cosa bella che il diavolo aveva introdotto lì dentro.
Sei ciò che rimane dopo la tempesta che mi ha colpito, dopo la distruzione, oltre le macerie.

Sei ciò che sopravvive ai frammenti taglienti come il vetro.


Che sia per sempre, un giorno, o solo un attimo. Purchè sia.

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Regalami un sogno

Notte.
Si alza, si siede gomiti sulle ginocchia, con la testa tra le mani.
I raggi della luna illuminano la sua possente schiena.
Mi chiedo cosa lo preoccupi tanto. Spero che non sia la mia presenza.
Non dormo per l'emozione. L'emozione di saperti qui con me.
Non sarà niente per te, il solito gioco, ma per me è molto perchè non mi sento sola. L'odore di erbe aromatiche nell'aria. I giochi di luce sul soffitto.
Il tuo respiro.
Un respiro pieno sentimento. Un respiro deluso.
Mi fai perdere la testa. Vorrei abbracciarti, Vorrei stringerti.Vorrei restituirti la carezza vera che mi hai dato tu, prima di scappare.
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Voglio ricordare assolutamente.
Voglio ricordare i tuoi occhi quando mi guardi e rivedi te da giovane nella stessa situazione.
Voglio ricordare i tuoi occhi furiosi quando mi fissavi con rabbia dall'alto a pochi centimetri dal mio viso e cercavi di non urlare dicendomi che non volevi fare qualcosa di cui ti saresti pentito.
Ma col tuo sguardo puntato addosso l'unica cosa che sentivo non era paura. Era la mia voglia di baciarti in quel momento.

Guardami ancora. Dimmi che non mi sbagliavo. Dimmi che lo sentivi anche tu.


lunedì 16 luglio 2018

Tu, nell'universo dannatamente sbagliato

Ero distrutta perchè colui in cui avevo riposto ogni sogno e ogni fiducia per il futuro ha pensato bene di distuggere tutto. Ogni cosa. Ogni goccia di gioia che mi aveva instillato.

Certi sogni riposti nei posti sbagliati. 

Ma torniamo a un racconto del passato diverso, migliore.
Quando capii che non ci saremmo più visti cadde dal Cielo per me il colpo grosso. L'opportunità di una vita. La chance tanto cercata con tutte le mie forze. Lui prese un'altra strada ma grazie all'impegno comune e soprattuto alla volontà riuscimmo ancora a vederci e mantenere i contatti. Dove eravamo le fiamme stavano mangiando tutto, un inferno del male.
Infine il cerchio si chiuse. L'opportunità ricercata anche per lui finalmente arrivò, Diversa, non come prevista, ma meglio di niente.
E così torniamo all'introduzione del post. Mentre tutto per me andava a rotoli lui era lì. Non volevo dirglielo. Non volevo abbracci e non volevo compassione. Non da lui.
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Non so perchè non mi abbia richiamata quel giorno. Avevo paura fossi arrabbiato perchè non te lo avevo detto subito.

Ma voglio dimenticare tutto quello che c'è stato in mezzo, per non piangere, tutto il dolore della delusione, dei frammenti che mi cadono addosso.
E ricordare solo te, che c'eri. E lei, che tanto mi ha aiutato a non sentirmi sola.

Un giorno ero disperata.  Mi sentivo sola più che mai. Allora sono corsa da lui. Scala di cemento.
Metallo come guarnizione.
Vetri a spiare l'anima.
Più che gentile, come sempre. E fece qualcosa di inaspettato. Mi ha sfiorato la guancia con una mano. Inaudito come un gesto così privo di significato, un tocco lieve da una mano tanto grande, abbia lasciato il segno. E io abbia continuato a pensarci. Le parole esatte non le ricordo.
"Aspetta a dire che va tutto male. Lo scopriremo solo dopo quanto è andato male e se è andato male."

Affogavo nella disperazione eppure hai deciso di essere lì.

 Io imploro il destino e sei tu che rispondi.


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